Formazione Adulti
Quanta vita ci vuole per ‘fare’ un adulto!
Nel corso degli anni, l’adulto accumula molta esperienza e questa funziona come una base su cui rapportare i successivi apprendimenti. Spesso una parte di questa esperienza è significativa rispetto agli oggetti di apprendimento che incontra o che sceglie. Una situazione di apprendimento deve essere in grado di ‘far parlare’ l’esperienza dei partecipanti, con tutto il bagaglio di affetti e sentimenti intessuti in essa, e porla in relazione e dialogo con l’esperienza degli altri.
Proprio l’esperienza rende gli adulti molto più diversi fra loro dei bambini: perfino lo stile cognitivo di una persona cambia per effetto delle esperienze fatte, dei successi e degli insuccessi maturati sul proprio cammino. Nel corso del tempo, l’adulto identifica sempre più se stesso con la propria vita e le proprie esperienze. Se, in una situazione di apprendimento, l’esperienza dell’adulto viene trascurata, questo viene percepito come un rifiuto della persona. Le dimensioni del lavoro, della famiglia e delle relazioni sono centrali nella vita di un adulto. Sono ambiti che portano alla conoscenza di se stessi, alla possibilità di aprirsi all’inaspettato, all’ascolto dell’altro; sono ambiti dove si apre, pur con mille fatiche, la possibilità di creare la propria esperienza e il proprio mondo.
L’adulto sente forte il bisogno di autogovernarsi, di avere un elevato grado di autonomia nel vivere le esperienze, anche nell’ambito dell’apprendimento. L’adulto sente anche una pressione più marcata del ‘tempo che scorre’, si chiede con più urgenza se il percorso formativo che gli si propone ha una rilevanza pratica o umana o esistenziale. Nelle aule dove queste caratteristiche e bisogni degli adulti non vengono tenuti in considerazione, si sviluppano in modo aperto o strisciante reazioni di risentimento o resistenza all’apprendimento. Oppure, l’adulto collude con il formatore in un processo di passivizzazione e regressione che non apre a prospettive creative e induce apprendimenti superficiali. In entrambi i casi, tutto il potenziale di comprensione e di creatività viene in gran parte perduto. Eppure, l’adulto ha una grande disponibilità ad apprendere. È una disponibilità più mirata, rivolta a ciò di cui sente il bisogno in base ai compiti che deve svolgere per realizzare il proprio ruolo sociale: come lavoratore, coniuge, genitore, membro o leader di associazioni o organizzazioni, e così via. È un modo di apprendere più selettivo, che risente meno della ‘fascinazione’ da parte di un conduttore ed è maggiormente capace di autonomia.
Ma è un apprendimento che può portare in sé tutta la ricchezza di una vita e che può riaprire ogni volta il processo creativo, bisogno fondamentale nella vita di ciascuno.
Le tecniche e gli strumenti formativi che usiamo negli incontri e nei corsi attingono al patrimonio dell’animazione socio‐culturale e della formazione degli adulti (andragogia):
- per i percorsi di educazione all’ambiente, alimentazione e cittadinanza: osservazioni guidate seguite da riflessioni, esperimenti, simulazioni , role‐play, momenti teorici, discussioni, uso di audiovisivi e web, discussione di casi e auto‐casi, ricerca‐azione.
- per i corsi di indagine personale (alcuni di quelli presenti alla pagina comunicazione): tecniche di consapevolezza delle sensazioni corporee, delle emozioni e dei pensieri; rilassamenti guidati; immaginazioni guidate; condivisione di esperienze personali seguite da riflessioni; simulazioni; role‐play; momenti teorici.
Le nostre proposte:
Verso una COMUNICAZIONE SOSTENIBILE
La comunicazione ci conduce inevitabilmente nel cuore della relazione con gli altri. In pratica, noi non esistiamo senza l’altro e senza comunicare: la nostra stessa esistenza, o meglio l’esistenza di tutti gli esseri viventi è di per sé comunicazione.
E’ proprio nella comunicazione con gli altri che accumuliamo la più vasta gamma di esperienze frustranti. Si va dagli equivoci più o meno seri, a dissonanze, a imbarazzi, fino a conflitti veri e propri: in tutti i casi molta della nostra energia viene poi ingaggiata in veri e propri tormentoni ‐in cui da soli ‐tra noi e noi‐ o con possibili terzi ‐che si prestano come ascoltatori/soccorritori‐ proviamo a ricostruire cosa è veramente successo in una certa interazione con amici, parenti, figli,colleghi, medici, insomma tutti i possibili “altri” che popolano per fortuna la nostra esistenza.
Ognuno di noi ha un repertorio di esperienze frustranti e spesso dolorose di questo tipo.
E spesso non abbiamo strumenti per accedere alla consapevolezza di cosa è realmente accaduto in quei momenti, di quello che abbiamo realmente comunicato aldilà delle nostre intenzioni. Questa impotenza ci porta così a ripetere gli stessi errori e ripercorrere le stesse frustrazioni.
Il lavoro che proponiamo vuole soprattutto fornire strumenti per diventare più consapevoli di cosa mettiamo in atto quando comunichiamo, e provare a imparare da quelle esperienze e da quelle frustrazioni nuove strade da percorrere e da sperimentare.
Il corso non si prefigge di fornire strumenti “magici” per una comunicazione efficace in senso astratto o tecnico, piuttosto fornire chiavi di consapevolezza e di indagine che ci permettano di aprirci con chiarezza ai nostri bisogni reali nel momento in cui entriamo in relazione con altre persone.
Esploreremo:
- che cosa è comunicazione, quali sono i nostri modelli nei differenti contesti della nostra vita (affettivi/lavorativi/casuali), cosa
ci lascia soddisfatti del nostro modo di comunicare e dove invece ci sentiamo insicuri e sentiamo la fatica e l’inutilità. - come il comunicare con gli altri implichi innanzitutto comunicazione con noi stessi, ascolto verso i nostri stati d’animo, i nostri
bisogni, le nostre intenzioni,le nostre convinzioni più o meno riconosciute. - a che distanza vogliamo porci rispetto alla/e persona/e con cui stiamo comunicando.
- strumenti per riconoscere in quali contesti e tipi di rapporto vogliamo veramente aprire un confronto; e in quali contesti e situazioni, invece, questo percorso di chiarificazione lo vogliamo affrontare dentro di noi. E ad acquisire strumenti da usare in entrambi i casi.
Lavoreremo con esercizi a coppie e in piccoli gruppi, con tecniche di meditazione e rilassamento, con condivisioni e riflessioni sulle nostre esperienze difficili. Le accompagneremo con elementi teorici che ci aiuteranno a capire i conflitti e le loro potenzialità evolutive.
- A chi si rivolge:
Gruppi di adulti; gruppi di giovani; gruppi di adolescenti. - Durata:
18 ore
COOPERATIVE LEARNING
Organizzare una cooperazione efficace nell’apprendimento
Il gruppo‐classe, come ogni gruppo, non corrisponde alla somma statica dei suoi partecipanti ma è un insieme dinamico dove gli studenti si influenzano gli uni con gli altri e con gli insegnanti. Questa interdipendenza fra le persone non è mai neutra ma è più o meno positiva o più o meno negativa, cioè il gruppo migliora o peggiora le capacità di apprendimento di un singolo.
Molti docenti lamentano giustamente che i ragazzi, messi di fronte ad un compito da realizzare insieme (i famosi “lavori di gruppo”) diventano indisciplinati o poco responsabili; spesso gli elementi meno motivati “approfittano della situazione” andando al traino di chi lavora (fenomeno detto del “free riding”, cioè “viaggiare senza biglietto”). Non solo l’esperienza pratica ma anche molte ricerche scientifiche dimostrano l’emergere di questi fenomeni negativi.
La capacità di cooperare è una capacità complessa che ha bisogno di essere insegnata e sviluppata nel tempo. Richiede forme di organizzazione del lavoro e a volte materiali diversi dalla lezione tradizionale, attenzione alla comunicazione e alle dinamiche interpersonali, e infine strumenti con cui il gruppo può organizzare e monitorare se stesso, per supportare sempre meglio lo sviluppo autonomo di ogni suo partecipante.
Impostare un apprendimento in classe su basi cooperative è un percorso lungo ma assolutamente appassionante, le cui ricadute vanno anche al di là dell’apprendimento scolastico. Lavorare in modo cooperativo permette di sperimentare veramente l’importanza delle regole, dell’ascolto rispettoso e del sapersi porre in modo costruttivo di fronte ai problemi. È perciò uno strumento particolarmente appropriato per sviluppare l’educazione alla cittadinanza e la capacità di affrontare un giorno in modo maturo l’ingresso nel lavoro.
- A chi si rivolge:
Insegnanti, educatori, animatori e altre figure che lavorano in campo educativo. - Durata:
24 ore - Contenuti del corso:
• Meccanismi psico‐sociali che regolano il funzionamento del gruppo‐classe
• Interdipendenza positiva e interdipendenza negativa
• Quali strutture didattiche e organizzative sono adeguate a differenti compiti di apprendimento
• Progettare e produrre materiali di lavoro adeguati ai compiti
• La comunicazione “ecologica”, basata su un giusto equilibrio di assertività ed empatia
• Modalità di valutazione che valorizzino la responsabilità individuale nel raggiungimento di obiettivi comuni
• Saper valutare non solo i prodotti ma anche i processi di lavoro.
EDUCAZIONE SOSTENIBILE
FORMAZIONE PER INSEGNANTI, EDUCATORI, ANIMATORI
La sostenibilità è il più grande problema complesso a cui l’umanità sia mai pervenuta. È un problema ambientale, sociale, economico, culturale ed etico al tempo stesso. Per comprendere il presente e dare vita a tendenze diverse di sviluppo oggi sono impegnati tutti i campi del sapere in una continua rete di sviluppi e di rimandi. La scuola può rimanere una realtà culturale viva se accoglie il cambiamento culturale della società complessa. Come in un nuovo umanesimo, le divisioni rigide fra discipline devono diventare confini permeabili; il sapere deve riorientarsi al senso del vivere umano sul pianeta e contribuire a tracciare percorsi sostenibili di sviluppo.
Questo cambiamento di prospettiva può aiutare anche a ricostruire ponti relazionali con gli adolescenti riconoscendo e valorizzando la diversità del contesto in cui sono cresciuti rispetto a noi adulti.
Il futuro è percepito dagli adolescenti come il tempo in cui si realizzerà pienamente il sé. È importante che l’educazione non demolisca questa dimensione di speranza, desiderio e progettualità con un’informazione terroristica rispetto allo stato del pianeta, alla crisi economica e sociale e così via. (…) Sarebbe più efficace, da un punto di vista educativo, comunicare che esiste un grande ideale collettivo orientato a promuovere la cura della terra in modo interdisciplinare. E che solo attraverso la costruzione di un nuovo umanesimo orientato ad azioni sostenibili è possibile costruire senso e futuro insieme.
Gustavo Pietropolli Charmet, in Animazione Sociale agosto‐settembre 2007
Il corso propone il seguente percorso educativo secondo la prospettiva dell’educazione sostenibile: parte da alcuni temi interdisciplinari riguardanti lo sviluppo sostenibile e stimola i partecipanti ad esplorarli non solo con la mente, ma anche con il corpo e le emozioni attraverso varie metodologie attive. Quindi invita a riflettere sui contenuti e i metodi proposti per arrivare a creare insieme ai partecipanti nuovi percorsi attivi interdisciplinari legati al filo della sostenibilità, in cui gli insegnanti di italiano, storia, geografia possano dialogare e convergere con quelli di matematica, scienze, tecnologia ed altre discipline.
- A chi si rivolge:
Insegnanti, educatori, animatori. Se il corso viene richiesto da una scuola, ha il vantaggio supplementare di facilitare gruppi di lavoro fra i docenti dello stesso istituto. - Durata:
24 ore - Contenuti del corso:
Se il corso è rivolto a docenti o educatori di provenienze diverse (la diversità favorisce la riflessione) i temi di partenza riguardano l’Agenda 21 e il legame fra stato dell’ambiente e istituzioni del mondo globalizzato (dinamica fra stati‐nazione ed istituzioni politiche ed economiche internazionali). Se invece il corso è richiesto da una scuola o da altra istituzione, è possibile trattare altri temi più circoscritti nell’ambito della sostenibilità.