Preadolescenza (12-14) e adolescenza (15-18 anni)
La sezione che riguarda l’adolescenza e la preadolescenza presenta delle proposte educative specifiche ma di seguito sottolineeremo alcune caratteristiche delle due fasi evolutive per evidenziare la loro specificità e la non sovrapponibilità di questi due momenti della vita di un individuo.
La preadolescenza è una fase in cui i ragazzi e le ragazze fanno molta fatica a definirsi. Il corpo e la psiche di bambino inizia il traghettamento verso il corpo e la psiche dell’ adulto; il sentire è quindi un divenire continuo. Infatti, i ragazzi e le ragazze si trovano a vivere, spesse volte e in modo simultaneo, sia spinte di emancipazione che di regressione, sia di sicurezza che di totale incertezza, sia di ottimismo che di profondo pessimismo. La fragilità di questa età è dunque scritta in questa fluidità dell’essere.
Da un punto di vista educativo è importante comunicare ai ragazzi e le ragazze la fiducia che ce la possono fare e che il loro sentire diventerà sempre più chiaro e definito; ma è anche necessario trasmettergli che è importante stare in questi momenti definibili “senza confini” e insegnare loro a darsi tempo.
L’adulto deve stimolarli e appassionarli a vivere l’avventura di questa età e allentare i meccanismi di fuga in avanti, tipici anche di questo tempo storico, che portano a bruciare le tappe, cercando di diventare “subito grandi”, senza troppe incertezze e senza troppo attendere. E’ necessario farli stare nel mondo delle emozioni reali, degli affetti da gestire e nella rete di relazioni nuove da costruire e da conquistare.
I percorsi educativi pensati per questa fase permettono ai ragazzi e alle ragazze di sperimentarsi, di giocare, di comprendere meglio le proprie capacità, di vivere e di leggere gli eventi ‐ sia quelli individuali che quelli di gruppo.
La pubertà, periodo di grandi turbamenti psicofisici, è la partenza biologica dell’adolescenza, età di cui sappiamo l’inizio ma di cui non possiamo stabilire il punto di arrivo. Il confine non ha che fare con parametri biologici bensì con convenzioni sociali, norme, questioni economiche e storiche di uno specifico contesto. Gerard Lutte dice che l’adolescenza non è né naturale né necessaria, ma è una condizione di emarginazione imposta ad una classe di età in una società fondata sul profitto e sul potere, e non sul valore e la dignità di ogni persona.
In quest’ottica la promozione del protagonismo giovanile, intesa quindi come promozione della cittadinanza attiva, diventa un obiettivo specifico dei nostri percorsi educativi con gli adolescenti.
La metodologia scelta promuove e rinforza le competenze socioaffettive da spendere in tutti gli ambiti del vissuto (autostima, cooperazione, capacità di socializzazione) e competenze più mirate di cui avvalersi in specifiche situazioni, familiari, scolastiche, nei rapporti con i coetanei e nelle relazioni con le istituzioni. Occorre precisare che per lavorare in questa direzione è necessario che i ragazzi sperimentino l’autodeterminazione e la possibilità di scegliere. L’adolescente deve costruire la propria emancipazione e la propria autonomia e l’adulto proporsi come modello positivo ma non unico e assoluto.
Le nostre proposte educative:
ESPERIENZE NEL BOSCO
Fino a qualche decennio fa, i boschi erano percorsi e battuti da molte persone per collegare i paesi, per fare legna e trarne altri mezzi di sostentamento. Oltre a questi usi, il bosco è stato però per secoli anche un luogo di scoperta, di ritrovo e di avventura perché è un luogo pieno di forza e di fascino.
La nostra proposta, rivolta ai ragazzi, vuole farli ritornare in intimità con il bosco come fonte di energia e di spontaneità. Attraverso esperienze guidate, i sensi ̶ che rimangono normalmente latenti nella nostra vita sopraffatta da attività mentali ̶ si possono risvegliare: l’ascolto, il tatto, l’olfatto, il gusto ed un modo di guardare più ampio e più connesso alle nostre origini biologiche. Rotolare, strisciare, nascondersi, porsi in ascolto permettono di connettersi a una sorta di ‘energia verde’ che promana dal bosco e risveglia potenzialità sopite del corpo e della mente.
Questo ritorno al corpo e all’ascolto di sé e dell’ambiente diventa anche la base per incontrare gli altri. Attraverso attività da fare in gruppo, come accendere un fuoco, preparare un rifugio, costruire installazioni di land art, i ragazzi si misureranno nel rapporto con gli altri e nelle sfide che esso propone. Sarà possibile parlare di quello che è accaduto nel lavoro e nel gioco di gruppo, per lasciare cadere un po’ di difese e timori e potere rapportarsi agli altri in modo più chiaro e diretto. Come giovani, gentili ‘guerrieri’ e ‘guerriere’.
- Durata:
Due giornate consecutive senza o con pernottamento, in base alla località prescelta.
VERDE CITTÀ
Prendersi cura di un’area verde, sia essa un’aiuola o uno spartitraffico, è una bellissima opportunità per sviluppare un senso di appartenenza responsabile alla città: “Questo l’ho fatto io, lo abbiamo fatto noi, è qualcosa che riflette me e che metto a disposizione di tutti perché ne godano e lo ammirino”. Allo stesso tempo, questa azione è anche un modo di fare esperienza di collaborazione e di presa di decisione, capacità necessarie per relazionarsi con gli altri sia in ambito ludico-ricreativo che lavorativo.
I ragazzi, accompagnati durante il percorso da esperti, avranno la possibilità di progettare e realizzare un’azione di cittadinanza attiva positivamente ‘contagiosa’ che possa non solo restituire alla città uno spazio vitale ma anche diffondere buone pratiche di tutela e cura del bene comune, in modo da recuperare una relazione più sentita con il patrimonio naturale del territorio.
Il progetto, che mette al centro gli spazi verdi di un ambiente antropizzato, parte dalla ricerca per arrivare all’azione. Dopo aver individuato lo spazio da recuperare e averne studiato le caratteristiche – contesto, piante presenti e possibili soluzioni – i ragazzi dovranno progettare l’azione.
Il progetto potrà essere realizzato anche nei giardini scolastici o nelle aree vicine alle scuole che hanno una valenza sociale e ricreativa.
FOTOSCATTO
La fotografia è uno dei sistemi più efficaci per veicolare un messaggio. Un’immagine che racconta di qualcosa che non abbiamo davanti agli occhi ci spinge ad entrarci dentro a conoscerla ad immaginarla, a reinventarla.
Ci interessa stimolare con la fotografia la capacità di osservazione e di indagine sul mondo degli oggetti, delle relazioni tra i ragazzi, delle forme del paesaggio e del bene comune.
La fotografia diventa in questo modo uno strumento per allenare gli occhi interiori ed esprimere i propri punti di vista. Il laboratorio può essere organizzato come un seminario o inserito all’interno di attività didattiche specifiche.
La struttura base del laboratorio prevede elementi di educazione all’immagine, brevi cenni di storia della fotografia e competenze fotografiche di base.
INSTALLAZIONI in gioco
L’ambiente è il luogo dove la vita si organizza, dove l’uomo crea e trasforma gli spazi. Gli elementi che compongono gli spazi possono diventare “distanti” se non sono connotati di senso da chi ci abita. Ma quali sono gli elementi che inibiscono o che facilitano il legame tra le persone e l’ambiente? L’anonimato porta alla distanza, la riconoscibilità (odori, colori, organizzazione degli spazi…) porta allo sviluppo di legami di senso e di aggregazione. Riconoscere i luoghi come propri ci mette in un’attitudine di responsabilità e assumersi la responsabilità degli spazi urbani o naturali (bene comune) vuol dire diventare cittadini attivi e imparare a guardare, ad interrogarsi e a non rimandare.
L’obiettivo del percorso è quello di far scaturire o rivitalizzare nei ragazzi il rapporto affettivo con gli spazi urbani in modo da stimolare il desiderio di prendersi cura dei luoghi per stabilire o ristabilire un legame di senso e di appartenenza.
Ideazione, progettazione, elaborazione e realizzazione attraverso la tecnica del cooperative learning saranno i passi per arrivare alla costruzione di INSTALLAZIONI ARTISTICHE temporanee o permanenti da collocare in luoghi urbani scelti appositamente.
Il laboratorio può essere organizzato come un seminario o inserito all’interno di attività didattiche specifiche.